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Cosa sono le Lame (i canyon pugliesi)

Non basterebbe un giorno. Ecco una selezione di alcuni punti attrattivi e di rilievo storico, dalle tracce dei templari a oggi.

Il toponimo “Fasano” (Dal dialetto locale: Fašànë) deriva dal Casale di Santa Maria di Fajano (Sancta Maria de Fajano), fondato nel 1088 da una parte della popolazione che aveva abbandonato le rovine di Egnazia, uno dei centri più importanti posti sull’antica via Traiana con il suo importante porto. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente la città di Egnazia venne progressivamente abbandonata. Gli emigranti ripararono in piccoli villaggi rupestri, fondando diversi casali in tutto il territorio fasanese e monopolitano.

Nel XIV secolo diventa feudo dei Cavalieri di Malta, e nel 1450 riesce a raggiungere i 500 abitanti contando 54 famiglie.

Oggi è un importante centro turistico con grande attenzione all’artigianato e all’agricoltura di qualità, vantando un territorio molto esteso, dalla collina al mare.

Segnaliamo solo alcune, delle tante, attrazioni di rilievo storico e culturale, del centro cittadino.

Chiesa Matrice di San Giovanni Battista.

La chiesa Maggiore o Priorale è intitolata a San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolomitani, poi di Malta, feudatari della città dal 1317 al 1808, e alla Madonna del Pozzo, il cui culto si diffuse in città dopo la distruzione del vicino casale di Santa Maria de Puteofaceto nel 1529 da parte delle soldatesche di Carlo V. Quando il casale di S. Maria de Fajano, l’odierna Fasano, divenne possedimento dell’Ordine Melitense, in questo luogo esisteva già un’antica chiesetta, demolita nel 1327 per far posto ad un nuovo luogo di culto. Tra le cose interessanti della Chiesa Madre, segnaliamo l’icona della Madonna di Costantinopoli del 1540, le seicentesche tele di San Giovanni Battista e di Sant’Anna con la Vergine e il Bambino, le pale dell’Assunzione e della Circoncisione, gli ovali raffiguranti S. Vito e S. Cataldo della controfacciata e le opere di Domenico Carella e Nunzio Bonamassa, maestri indiscussi del Settecento meridionale. Pregevoli anche le statue in cartapesta dei Santi Patroni, realizzate dal cartapestaio leccese Giuseppe Manzo nei primi del Novecento.

La Chiesetta Madonna delle Grazie e l’ex Convento Teresiane.

Piccola chiesa considerata, dalla tradizione locale, come il più antico edificio di culto presente nella città di Fasano. La chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie sorge in Via Santa Teresa (angolo Via Fogazzaro) a pochi passi dall’ ex Convento delle “donne Monache” (Teresiane), incastonata tra gli edifici del centro storico, lì dove le mura delimitavano l’antico nucleo di Fasano, chiamato Terra, e dove era ubicata una delle porte di accesso alla città.

Per questo motivo, nei documenti antichi, l’edificio viene denominato “Santa Maria dell’Arco”. La chiesetta, che oggi è considerata come l’edificio di culto più antico presente in città, apparteneva all’ Università, cioè al governo municipale detto anche Seggio. Attualmente è di proprietà del Comune di Fasano.

Internamente la chiesa, ad aula unica e di modeste dimensioni, ha una copertura a botte ed è decorata da affreschi.

Il Convento delle Teresiane fu uno dei complessi ecclesiastici più noti e potenti del territorio nel XVII secolo.

Stanza dell’Affresco.

Il locale, sito al numero 7 sotto i Portici delle Teresiane, costituisce un ambiente di grande valenza storico-artistica, importante per conoscere e studiare l’ex-Convento di Clausura seicentesco intitolato a San Giuseppe; assegnato alla Regola di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, la grande fabbrica monastica, situata nel cuore della città, oggi costituisce un complesso edilizio con funzione amministrativa, culturale e commerciale.

Piazza Ciaia, i locali e la movida.

Piazza Ignazio Ciaia è il centro vitale della città di Fasano, luogo di vita collettiva e di memoria storica.

L’espressione “Si ricorda le vigne in mezzo alla piazza”, tradotta nella lingua dialettale si usa ancora per indicare qualcosa di molto antico e definisce uno spazio di terra non lastricato.

La più importante documentazione la troviamo nelle planimetrie dei Cabrei del Sovrano Ordine di Malta, nel più antico del 1675, poi in quelli del 1712, del 1748 e del 1777.

Vi si affacciano incantevoli palazzi pubblici e privati: il maestoso Municipio con all’angolo palazzo Bianco, sull’imbocco di via del Balì che conduce nel centro storico; palazzo Gaito, con la statua della Madonna del pozzo, protettrice della città; la Torre dell’Orologio dell’ex governo dell’Università, con il suo ampio loggiato e l’imbocco di via Carlo Alberto, una stradina pedonale alberata, che giunge al Parco della Rimembranza, la villa comunale e prosegue per via S. Francesco; la tardo-cinquecentesca chiesa di S. Nicola, l’angolo di palazzo Mogavero-Pepe con l’elegante loggia; palazzo Brandi-Latorre, edificato nella seconda metà dell’800, con l’eclettico stile della loggia a serliana.

Costeggiando il Palazzo Municipale, verso nord, comincia uno dei corsi principali della città, corso Vittorio Emanuele, dove tra palazzi e case alla fasanese, si possono ammirare le chiese del Purgatorio e di S. Antonio Abate con l’ex convento; sul lato mare, l’elegante arteria cittadina di corso Garibaldi, fa da cornice a incantevoli palazzi signorili quasi tutti in stile neoclassico.

Palazzo dell’Orologio.

L’elegante palazzo che chiude il profilo di Piazza Ciaia all’imbocco di via Carlo Alberto, è stato dalla seconda metà del Settecento e per circa due secoli, sede dell’Università, il governo cittadino, prima della costruzione, sul sito del Palazzo Baliare, dell’attuale Municipio. Si tratta di un edificio di impianto tardo cinquecentesco che il Balì Giacomo Caravetta completò sul finire del Seicento con la costruzione della grande loggia sul porticato ad archi ribassati. Divenne “Torre dell’Orologio” quando nel 1777 fu collocato il grande quadrante collegato alle campane, i cui rintocchi, dal bellissimo fastigio architettonico, si propagano in tutta la città. Accanto alla Torre, da alcuni anni, è stata issata la bandiera con l’antico stemma di Fasano che risale alla metà del ‘500 e raffigura uno scudo sannitico di colore azzurro scuro, da cui dipartono due nastri, con al centro l’immagine del colombaccio, il faso, di colore ocra.

Oggi l’edificio è di proprietà comunale e ospita gli uffici dell’assessorato alle Attività produttive, l’Ufficio Cultura e Turismo e l’Info Point.

Arco del Balì o del Cavaliere.

Addentrarsi nel nucleo urbanistico più antico di Fasano, significa scoprire, in un’atmosfera ovattata, un dedalo di viuzze con angoli molto suggestivi: archi e muri imbiancati a calce, scale e balconcini, case alla fasanese ed eleganti palazzotti fronteggiano le stradine, ancora tutte lastricate con le chianche (pietre), le lucide basole in pietra, levigate dal passo dei tempi.

Imboccando via del Balì, si incontra un grande portale barocco in pietra gentile, testimonianza della secolare signoria dell’Ordine gerosolomitano sulla città.

Nel passato accedeva al cortile del vecchio castello e agli ambienti occupati dalla guarnigione militare dei Cavalieri di Malta.

Oggi conserva un ingresso secondario del palazzo municipale e alla sala conferenze della biblioteca comunale; lo spazio antistante viene utilizzato per eventi culturali e musicali, fruizioni pubbliche ed esposizioni che ne valorizzano la funzione di luogo di aggregazione.

Museo Casa alla Fasanese.

Piazza Mercato Vecchio è un suggestivo e piccolo spazio quadrangolare nel centro di Fasano, al limitare dell’antico “U’mbracchie”, il quartiere più popolare del nucleo urbanistico originario; il termine deriva probabilmente dal latino umbraculum, cioè ombra, e racchiude tutto il suo significato riferibile al carattere ombroso delle stradine che ancora circondano la piazzetta, così strette da essere sempre ombrate, senza sole.

Tra il retro della chiesa del Purgatorio, con l’edicola votiva della Madonna Addolorata, e la grande fabbrica del Municipio, custodisce quella che da alcuni è una struttura museale identificativa della città, il Museo della Casa alla Fasanese.

All’interno è possibile rivivere un’ambientazione della fine del XIX secolo, creata raccogliendo gli antichi oggetti ed gli utensili quotidiani della tradizione contadina e del vecchio artigianato. Essa costituisce una mostra permanente per quanti abbiano voglia di riscoprire origini e scene di vita quotidiana che diversamente andrebbero perdute.

Questo gioiello è stato anche segnalato tra i Luoghi del cuore del Fondo Ambiente Italiano; qui architettura, arte, antichi e preziosi oggetti raccontano, uno per uno, la storia del paese e rappresentano il motivo per un fascinoso viaggio nella memoria di una comunità orgogliosa del suo passato.

Palazzo Municipale.

Per conoscere la storia del Palazzo Municipale è necessario risalire con le fonti storiche a quando, nella seconda metà del XI secolo, il destino del casale di S. Maria de Fajano, l’antica Fasano, era strettamente legato a quello del monastero benedettino di S. Stefano, a sud di Monopoli: ne faceva parte integrante con le sue terre di cui i monaci diventarono i feudatari.

L’elegante affaccio delle logge al piano nobile impreziosisce il salone di rappresentanza che vale la pena visitare per poter ammirare i raffinati ornamenti della volta, delle pareti e le cinque tavole sopraporta dipinte dal maestro milanese Onofrio Bramante che illustrano altrettanti episodi della storia cittadina. L’interno, pur adeguato alle esigenze amministrative, conserva diversi ambienti che ricordano la primitiva costruzione, come la spaziosa sala consiliare. Oltre al prospetto su Piazza Ciaia, il Palazzo Comunale offre diverse scenografie architettoniche: quella su via del Balì, con l’Arco del Cavaliere e l’ala adibita a biblioteca civica, rimane certamente la più suggestiva.