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Il Carnevale di Putignano

Putignano è rinomata al grande pubblico per il suo Carnevale. Esso ha radici antichissime: risale, infatti, al 1394 la sua nascita ufficialmente riconosciuta nel Comune di Putignano. Fino agli inizi del XX secolo era stato un evento di stampo pressoché medievale e contadino, mentre a partire dal Novecento esso viene istituzionalizzato e diventa un importante momento di aggregazione che coinvolge una molteplicità di ceti sociali. Si può ben affermare che il Carnevale a questo punto sia divenuto a tutti gli effetti un evento dedicato al consumo.

È negli anni Trenta che un gruppo di artigiani dà il via alla lavorazione della cartapesta e alla realizzazione di piccoli manufatti che prenderanno il posto dei pupazzi fino ad allora costruiti con paglia, segatura e stracci.

Nel 1936 si assiste alla messa in opera del primo carro allegorico completamente in cartapesta, realizzato dagli artigiani Filippo e Marino Pugliese. Sorretto da una solida struttura in legno, prevedeva anche l’utilizzo di coriandoli per completare la coreografia durante la sfilata. La cartapesta viene dunque a configurarsi come il tratto distintivo del Carnevale di Putignano.

Durante il Fascismo si dà il via alle parate di impronta propriamente carnascialesca, in cui sbeffeggiati sono gli usi e i costumi della dittatura mussoliniana. Del 1938 è appunto un noto carro allegorico, sempre costruito in cartapesta: il noto maiale cavalcato da un pupo con trombone alto tra i 4 e i 5 metri.

Da menzionare è, inoltre, la maschera ufficiale che rappresenta il Carnevale di Putignano: si tratta di Farinella, le cui fattezze sono state disegnate da Mimmo Castellano.

Il percorso della parata parte da Corso Umberto I e prosegue lungo l’estramurale.

È proprio alla fine di questa giornata che si festeggia il cosiddetto funerale del Carnevale, ossia una solenne processione che vede un maiale di cartapesta disposto su un’asse di legno attraversare la città. Esso simboleggia la fine del periodo di eccessi che tale festività porta con sé.

Infine, il maiale viene bruciato, a significare il passaggio al periodo della Quaresima. Gli ultimi sessanta minuti di vita del Carnevale vengono scanditi dai 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni, anch’essa modellata in cartapesta.

Così si conclude un momento di gioia per grandi e piccoli, che ogni anno coinvolge migliaia di persone in un’atmosfera di festa, senza dimenticare cibi e tradizioni locali.