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Grotte di Castellana

Emozioni al Centro della Terra

Tra gli attrattori turistici più importanti della Puglia, le caverne, i corridoi, le stalattiti, le stalagmiti e le concrezioni dalle forme e dai colori sorprendenti delle Grotte di Castellana offrono uno scenario in grado di meravigliare, fra spazi e prospettive unici. Un mondo sotterraneo formatosi 90 milioni di anni fa, rivelato all’uomo nel 1938, capace ad ogni visita di svelare nuove sensazioni ed emozioni senza tempo.

Le Grotte di Castellana sono un complesso di cavità sotterranee di origine carsica, di notevole interesse turistico, tra i più belli e spettacolari d’Italia. La temperatura degli ambienti interni si aggira attorno ai 16,5°C. Il percorso turistico si sviluppa per una lunghezza di circa 3 km ad una profondità media di 70 metri, lungo un tragitto agevolmente percorribile e con la presenza di guide esperte. Il tratto delle Grotte accessibile al pubblico è costituito da ambienti molto vari per forma e dimensioni. I nomi degli ambienti attraversati sono frutto della fantasia dei primi esploratori, ispirati alle forme di alcune concrezioni particolari, utilizzate anche come punti di riferimento per orientarsi nel corso dell’esplorazione. Una straordinaria escursione guidata in uno scenario stupefacente, che stimola la fantasia di grandi e piccini. Due gli itinerari previsti, entrambi con partenza dalla caverna della Grave, la prima e più vasta cavità del sistema sotterraneo e unico ambiente naturalmente collegato con l’esterno: uno breve della lunghezza di circa 1 km e quello completo che conduce alla splendente Grotta Bianca.

La visita alle grotte è guidata, ma a completare l’esperienza la possibilità di utilizzare lungo il percorso sul proprio dispositivo mobile l’applicazione “Grotte di Castellana – Guida in italiano, inglese e LIS”.

La scoperta delle grotte castellanesi risale al 1938 ad opera dello speleologo Franco Anelli. In quell’anno i responsabili dell’Ente Provinciale per il Turismo di Bari richiesero all’Istituto Italiano di Speleologia di Postumia l’intervento di un esperto speleologo per compiere un sopralluogo in grotte già conosciute nel territorio. Il 23 gennaio 1938 Anelli si affacciò sull’orlo della Grave, per poi discendere al fondo della cavità e proseguire l’esplorazione fino a giungere in una seconda vastissima caverna, in seguito denominata Caverna dei Monumenti. Portata la notizia all’esterno, Anelli programmò di tornare due giorni dopo, per proseguire le esplorazioni.

Nelle esplorazioni successive a scendere assieme a lui nella Grave c’era anche un coraggioso operaio castellanese, Vito Matarrese, che proseguì le esplorazioni anche dopo la partenza di Anelli. A Matarrese si deve il superamento della voragine del Corridoio del Deserto e il raggiungimento del termine ultimo del sistema carsico: la Grotta Bianca, da lui scoperta.